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Stato di emergenza

Molto interessante. Secondo me ci sarebbero due o tre punti da aggiungere. La metafora bellica non nasce col covid, si adatta al covid, ma ha quasi 20 anni, ha fatto irruzione precisamente nei mesi finali del 2001 e non ha più lasciato l’occidente. Ha un prologo: l’attacco US all’ Irak di inizio ’90, quando la CNN h24 portava un mix di immagini di missili agli infrarossi e conferenza stampa quotidiana (ricorda nulla?) del generale Schwartzkopf. Fu la normalizzazione della guerra per l’europa, non sorprende forse che pochissimi anni dopo l’europa stessa divenne campo di battaglia e che i paesi europei come l’Italia riprendessero a condurre operazioni di guerra con le proprie insegne. Dal 2001 si vive in stato di emergenza: terrorismo, guerra, etc, tanto che abbiamo visto sommarsi leggi speciali, stato di eccezione, controlli, diminuzione di diritti di non invasione nel privato. Ma tutto ciò che dura 20 anni per definizione non è stato di eccezione, è sistema. Covid potenzia, ma non siamo nella sfera del potrebbe, siamo in quella del è. Un’altra cosa è, qualsiasi sia la visone, una presa di coscienza a mio parere ignorata sempre: sars-cov2 non è “male”, fa solo quello che evolutivamente può fare per vivere. Da un punto di vista biologico, al momento può essere antagonista dell’essere umano, non affatto detto lo sarà nel lungo termine (così come la quantità di virus che è andata a comporre nei millenni il nostro DNA umano). È una cosa banale, ma porta a una considerazione ulteriore: anche l’essere umano non è “male”, fa ciò che evolutivamente è stata la strada che ha preso per sopravvivere (tradotto: aumentare di numero per garantirsi sopravvivenza di specie). Dal punto di vista anche solo del pianeta, tanto sars-cov2 tanto uomo sono insignificanti. Questo a mio parere sfugge molto a culture ecologiste occidentali, che più o meno sono antropocentriche. Anche quando fingono di non esserlo (l’uomo non è padrone etc) in realtà lo sono perché danno all’uomo una specificità che in realtà non ha: l’umanità segue i suoi modi. Poi, politicamente sono pure io del parere che il modello è distruttivo, ma lo è in sostanza per noi. Questo lo dico per il discorso della colpa dell’uomo che entra in contatto con animali etc. Siamo d’accordo sul modello capitalista rapace, ma nessuna specie esiste per essere statica, esiste per espandersi il più possibile. Fino a suicidarsi involontariamente. Essere in grado di ipotizzarlo non cambia l’impronta istintiva: abbiamo appena messo la punta del naso fuori dalla caverna dei nostri parenti scimmie. Ultimo: alcuni hanno fatto notare, ma è spesso fuori da valutazioni il fatto che la morte esiste. E non è un qualcosa che succede quando qualcuno sbaglia o trama. È il senso della vita. Non è strano, perché in occidente la morte è stata messa in cantina, ma il negarla fa sbagliare approccio. Si reagisce con rabbia, frustrazione, con senso di deprivazione per colpa di qualcosa o qualcuno. Ma morire si muore e alla fine si muore di morte. Mi pare che i complottismi vari, al di là dei più beceri, rispondano un po’ a questa negazione in qualche modo.

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